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Silvano Gianazza

AI GENITORI

La scuola calcio Orange è nata nell’estate del 2021 da un’idea di collaborazione tra il presidente Mirko Saccuman e Silvano Gianazza (l’attuale direttore tecnico della società, nonché autore di questo articolo).


CI PRESENTO

Mirko Saccuman è laureato in scienze motorie e ha una laurea magistrale in manager delle attività fisiche e sportive, conseguita svolgendo tirocinio al Parma Calcio, dove successivamente ha avuto vari ruoli in progetti under12 ed è stato responsabile dell’area di sviluppo del brand. Oltre ad essere presidente della società multisportiva Orange, è dal 2020 il Responsabile Organizzativo Regionale dei centri federali in Lombardia per conto della FIGC. Io alleno giovani atleti dal 2008, collaboro col comitato regionale della Lombardia dal 2018 (dove ho conosciuto Mirko) e dal 2020, nello specifico, mi occupo di corsi di formazione per allenatori dell’attività di base. Negli anni ho frequentato vari corsi e ho conseguito alcuni titoli, riconosciuti dal settore tecnico della FIGC:1) Corso regionale CONI-FIGC per istruttori di scuola calcio nel 20102) Corso UEFA C “allenatore giovani calciatori” nel 2019 3) Corso di licenza D “allenatore dilettante regionale”, per adulti nel 20204) Corso UEFA B nel 2020.

Sono quindi abilitato ad allenare i settori giovanili in tutta Europa, e gli adulti fino alla serie D (o serie C con deroga).


IL SETTORE TECNICO, LA NOSTRA GUIDA

Il progetto Orange nasce dai principi di allenamento dell’Evolution Programme, suggeriti dal Settore Tecnico di Coverciano. Il nostro intento è quello di formare ragazzi da ogni punto di vista. Vogliamo che le nostre squadre si contraddistinguano per correttezza, unione ed entusiasmo, affrontando le vittorie con equilibrio e le sconfitte con serenità (e nuovi spunti di apprendimento). Il percorso deve prevedere un allenamento che tenga conto delle età evolutive e di una crescita tecnica graduale ma completa, quindi mai slegata dalla crescita cognitiva. Concediamo a tutti gli atleti di commettere errori, poiché è l’unico modo che l’essere umano conosce per imparare.Abbiamo avuto una crescita molto rapida, quindi stiamo formando nuovi allenatori coi quali condividiamo le 50 pagine del nostro progetto tecnico e ai quali concediamo il tempo necessario per interiorizzarlo, attraverso lo studio e l’esperienza.

 

I NOSTRI OBIETTIVI

Un grande obiettivo è che i ragazzi si divertano, si appassionino e non perdano interesse abbandonando lo sport (cosa che troppo spesso accade, in tutto il territorio nazionale, a causa dell’insegnamento direttivo e dell’eccessiva pressione riposta nel risultato). Desideriamo che imparino a stare bene insieme, rispettandosi a vicenda e rispettando gli avversari e le regole del gioco. Vorremmo imparassero ad essere autonomi, ad organizzarsi e a percepire la complessità delle situazioni.

A molti genitori bastano questi obiettivi (specialmente quelli che già sanno cosa vuol dire per un bambino trovarsi in un ambiente malsano), ma a noi no. So che molti, come noi, hanno anche a cuore lo sviluppo degli aspetti più tecnici e vogliono quindi conoscerci meglio da quel punto di vista.


COME INSEGNIAMO LA TECNICA

La parola “tecnica” indica la capacità di saper fare una cosa, sia essa esclusivamente intellettuale o anche manuale, pratica.

Provo a spiegare come insegniamo la tecnica ai nostri ragazzi, attraverso un esempio.

Molti non addetti ai lavori pensano che per insegnare “il passaggio” si debbano posizionare due bambini di fronte e fargli “passare” la palla continuamente. Questo concetto, purtroppo, è molto diffuso.Il Settore Tecnico ci insegna ad andare più a fondo al concetto di “passaggio” e riconosce il gesto del “calciare la palla” come una componente importante ma assolutamente inutile, se insegnata da sola. Infatti è possibile apprendere il passaggio soltanto in presenza di uno o più compagni, uno o più avversari, una o più porte. Insomma: si insegna il passaggio soltanto quando si riproducono situazioni analoghe alla partita. Oltre alla precisione del calcio sul pallone, concorrono alla buona riuscita di un passaggio: i tempi, gli spazi, la propria posizione, la posizione di compagni e avversari, la propria postura, la postura di compagni e avversari, l’area di campo in cui siamo, lo scopo, la direzionalità del campo, la porta. Se si ritiene necessario velocizzare l’apprendimento del gesto del calciare, ripetere il gesto all’infinito con un compagno (o contro un muro) è un metodo efficace. Questo però è molto, molto lontano dall’insegnamento del passaggio (anche perché altrimenti, per insegnare il gioco del calcio basterebbero i muri). Il nostro metodo consiste nell’insegnare il passaggio quanto più possibile nella sua complessità, ad ogni trasmissione della palla il bambino avrà l’opportunità di allenare tutte le componenti del gesto tecnico (fisiche/atletiche, cognitive/intellettuali). Usiamo l’allenamento analitico del gesto del calciare solo se un bambino è consistentemente più “indietro” rispetto ai suoi compagni (come i nostri ragazzi vi potranno confermare senza problemi, né vergogna). 

Questo livello di complessità e il conseguente metodo di insegnamento è applicato allo smarcamento, al duello, al controllo, alla guida del pallone, e a tutte le altre competenze necessarie a padroneggiare il gioco del calcio.

 

CRESCITA COLLETTIVA, RISULTATO

Orange vuole raggiungere l’obiettivo di concludere il processo formativo individuale, costruendo squadre in grado di competere con tutti i nostri avversari. Ci impegniamo per migliorare tutti, dal piccolo fenomeno al più scoordinato dei bimbi.Per il solo scopo di raggiungere un risultato non siamo disposti in alcun modo (e non lo saremo MAI) a dire ad un bambino che lui non può allenarsi con noi perché non è abbastanza abile. Non siamo disposti ad andare a “corteggiare” i giocatori di altre squadre per sostituire i nostri giocatori meno abili con altri più preparati. Vogliamo raggiungere il risultato attraverso il nostro lavoro, non attraverso quello degli altri.Non siamo disposti in alcun modo ad escludere dalla competizione un bambino per motivi tecnici.Non siamo disposti in alcun modo ad insegnare ad un bambino che è giusto infrangere il regolamento o agire in modo antisportivo al fine di vincere una partita.

Siamo invece disposti a continuare a lavorare, a studiare, aggiornarci, ad analizzare e ridurre il più possibile il numero dei nostri errori, tenendo conto delle diverse individualità.Se qualcuno è interessato a sapere di più sulla didattica dell’allenamento, sono sempre disponibile al confronto. Vorrei che anche i genitori comprendessero a fondo il nostro metodo, così che possano contribuire alla crescita globale.


In una squadra bisogna remare tutti dalla stessa parte.

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